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Luca Fazio
Secondo il Guardian, anche l’Italia avrebbe chiesto all’Eritrea di bloccare i migranti
16 Giugno 2015
Articoli del 2015
Senza parole. «Il quotidiano inglese rivela che alcuni paesi europei, tra cui Inghilterra e Italia, starebbero trattando con il regime dell'Eritrea (una delle dittature più spietate del mondo) perché impedisca la partenza dei suoi cittadini rinforzando i controlli alle frontiere».
Senza parole. «Il quotidiano inglese rivela che alcuni paesi europei, tra cui Inghilterra e Italia, starebbero trattando con il regime dell'Eritrea (una delle dittature più spietate del mondo) perché impedisca la partenza dei suoi cittadini rinforzando i controlli alle frontiere».

Il manifesto, 16 giugno 2015

Non ha ancora un nome, piano C o piano D, il pre­sunto accordo segreto tra alcuni stati euro­pei e l’Eritrea rive­lato ieri dal quo­ti­diano inglese The Guar­dian. Di sicuro, se con­fer­mato, sarebbe un piano con­cor­dato con uno stato che i fun­zio­nari delle Nazioni Unite e diverse orga­niz­za­zioni per i diritti umani chia­mano “la Corea del Nord dell’Africa”, tanto per dare l’idea del rispetto dei diritti umani in un regime repres­sivo e san­gui­na­rio come quello del pre­si­dente Isa­ias Afwerki. Secondo il quo­ti­diano inglese, che spesso rivela noti­zie sco­mode per i governi euro­pei che stanno anna­spando di fronte alla cosid­detta “emer­genza” immi­gra­zione — come quando ha reso pub­blico un docu­mento in cui si par­lava di ope­ra­zioni di terra in Libia per distrug­gere le bar­che degli sca­fi­sti — alcuni paesi avreb­bero avviato delle trat­ta­tive segrete per con­vin­cere il regime eri­treo a rin­for­zare i con­trolli alle fron­tiere. L’obiettivo pre­fi­gura un disa­stro uma­ni­ta­rio: blin­dare i con­fini per impe­dire con la forza la fuga dei cit­ta­dini eri­trei verso l’Europa. Ci sarebbe anche un pre­mio: in cam­bio arri­ve­reb­bero soldi oppure un ammor­bi­di­mento delle sanzioni.

Per que­sto motivo è già finito nel mirino il segre­ta­rio di stato nor­ve­gese Joran Kell­myr che si sarebbe recato in Eri­trea per con­cor­dare l’ipotesi di poter rispe­dire indie­tro i pro­fu­ghi eri­trei, facendo carta strac­cia del diritto di asilo. La rive­la­zione per ora avrebbe coin­volto anche altri due governi euro­pei: quello inglese (il mini­stero degli Interni di sua Mae­stà non ha voluto com­men­tare) e quello pre­sie­duto dalla cop­pia Renzi-Alfano (anche a Roma tutto tace). Secondo l’articolo pub­bli­cato ieri, infatti, anche fun­zio­nari ita­liani e bri­tan­nici avreb­bero viag­giato fino ad Asmara per testare la dispo­ni­bi­lità del regime eri­treo a col­la­bo­rare per brac­care i migranti sui con­fini. Una rive­la­zione piut­to­sto vero­si­mile visto che nel 2014 il 22% delle per­sone arri­vate in Ita­lia via mare pro­ve­niva pro­prio dall’Eritrea.

Gli eri­trei, dopo i siriani, sono i migranti più nume­rosi che cer­cano for­tuna sfi­dando la morte sulle rive del Medi­ter­ra­neo per entrare in Europa (circa due­cento al giorno lasciano l’Eritrea). Pro­prio la set­ti­mana scorsa alle Nazioni Unite è stato pub­bli­cato un rap­porto molto espli­cito sulla “cul­tura del ter­rore” che domina in Eri­trea, si parla di arre­sti som­mari, stu­pri e tor­ture siste­ma­tici, un ser­vi­zio mili­tare che viene equi­pa­rato alla schia­vitù, per­se­cu­zioni poli­ti­che ed ese­cu­zioni som­ma­rie. Nono­stante que­sta situa­zione, Nor­ve­gia e Inghil­terra nel corso del 2015 hanno già rifiu­tato molte domande di asilo poli­tico di cit­ta­dini eri­trei soste­nendo che si trat­tava di migranti per motivi eco­no­mici (il tasso di rifiuto è pas­sato dal 13% del 2014 al 23% dei primi sei mesi del 2015). “E’ evi­dente — ha dichia­rato un fun­zio­na­rio dell’Onu – che in Europa c’è una volontà poli­tica di risol­vere la crisi dei migranti chie­dendo la chiu­sura dei con­fini dell’Eritrea ed è una tat­tica molto peri­co­losa”. C’è addi­rit­tura chi teme che il regime possa spa­rare ai migranti in fuga.

Secondo un fun­zio­na­rio inglese del mini­stero degli Interni non ci sareb­bero piani imme­diati per cam­biare poli­tica nei con­fronti dell’Eritrea. E, comun­que, “noi pren­de­remo in con­si­de­ra­zione con atten­zione i risul­tati del rap­porto delle Nazioni Unite”. Spe­riamo che Mat­teo Renzi e Ange­lino Alfano, nel caso, fac­ciano altrettanto.

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