loader
menu
© 2024 Eddyburg
Ernesto Milanesi
L’agenda Casson per il pantano Venezia
30 Maggio 2015
Articoli del 2015
Anche il manifesto (30 maggio 2015) vede a Venezia solo Felice Casson e le destre. Ignora la sinistra e non si accorge che dietro il bravo magistrato c'è Matteo Renzi, più che un'ombra. Nonché l'establishment che ha «let­te­ral­mente mas­sa­crata negli ultimi vent’anni» la città. In calce un riferimento utile a chi vuol comprendere meglio
Anche

il manifesto (30 maggio 2015) vede a Venezia solo Felice Casson e le destre. Ignora la sinistra e non si accorge che dietro il bravo magistrato c'è Matteo Renzi, più che un'ombra. Nonchè l'establishment che ha «let­te­ral­mente mas­sa­crata negli ultimi vent’anni» la città. In calce un riferimento utile a chi vuol comprendere meglio

Lo spet­tro dello scan­dalo Mose incombe sem­pre su Ca’ Far­setti. Can­ni­bali del patri­mo­nio, lobby degli appalti e squali della sus­si­dia­rietà non hanno mai mol­lato la presa su Vene­zia che con­si­de­rano cosa loro. Il padi­glione Acquae a Mar­ghera, deso­la­ta­mente deserto dopo l’inaugurazione di Renzi, sin­te­tizza il flop dell’«economia mista» in laguna: per­fino la vetrina col­le­gata a Expo Milano non ripaga gli inve­sti­menti. Ma è già pronto il pro­getto di scavo del rio Con­torta a bene­fi­cio delle Grandi Navi, con l’inossidabile Paolo Costa (ex ret­tore, ex sin­daco, ex euro­par­la­men­tare Pd) che resta fedele agli inte­ressi degli “impren­di­tori” in con­ces­sione unica gra­zie al Con­sor­zio Vene­zia Nuova. E a Tes­sera si rigioca la par­tita del busi­ness nel qua­drante dell’aeroporto Marco Polo: Enrico Mar­chi, pre­si­dente di Save, cal­deg­gia il master­plan che fino al 2021 farebbe decol­lare anche l’urbanistica a senso unico.

Il nuovo sin­daco avrà già l’agenda infar­cita per l’intera estate, tanto più che l’eredità del com­mis­sa­rio Vit­to­rio Zap­pa­lorto è dav­vero un incubo: conti in rosso per 56 milioni nella spesa cor­rente 2015, scure ad alzo zero sui ser­vizi sociali e tra­sfe­ri­menti dello Stato a rischio “sta­bi­lità”. Dome­nica nei 256 seggi fra laguna, isole e ter­ra­ferma i 211.132 elet­tori della città metro­po­li­tana sono chia­mati a sce­gliere fra nove can­di­dati soste­nuti da 24 liste. È il giorno della verità per Felice Cas­son, 61 anni, ex pm e sena­tore “dis­si­dente”: ha trion­fato alle pri­ma­rie, aggre­gato il “cen­tro­si­ni­stra clas­sico” e perso tre chili nella mara­tona della cam­pa­gna elet­to­rale di pros­si­mità. Può vin­cere, forse, già al primo turno e can­cel­lare il ricordo della scon­fitta nel bal­lot­tag­gio 2005 con Mas­simo Cac­ciari. Sarebbe un segnale ine­qui­vo­ca­bile per la “vec­chia ditta” della Quer­cia vene­ziana, ma ancor di più per Renzi che avrebbe pre­fe­rito un can­di­dato più allineato.

Cas­son sulla scheda occupa la posi­zione cen­trale con i sim­boli della lista civica (con Nicola Pel­li­cani in cima), Pd, Vene­zia 2020, Vene­zia bene comune, Socia­li­sti e Vene­zia popo­lare. Il cen­tro­de­stra si è spac­cato in tre, per­ché alla fine Luigi Bru­gnaro (paròn di Umana e della Reyer Basket, ma anche sus­si­dia­rio non solo a Con­fin­du­stria) ha deciso di scen­dere in campo con la bene­di­zione del mini­stro Alfano. Dovrà veder­sela con Fran­ce­sca Zac­ca­riotto, ex pre­si­dente della pro­vin­cia ed ex leghi­sta, che sven­tola la ban­diera di “Vene­zia Domani” insieme al tri­co­lore di FdI. E con Gian Angelo Bel­lati, can­di­dato della Lega che rispol­vera il sepa­ra­ti­smo di Mestre da Venezia.

Il M5S si affida a Davide Scano, avvo­cato 39enne, spo­sato con due figli, che è già stato con­si­gliere dei Verdi nella muni­ci­pa­lità di Mestre. Com­ple­tano il qua­dro dei can­di­dati sin­daco Fran­ce­sco Mario d’Elia del Movi­mento auto­no­mia Vene­zia, Camilla Sei­bezzi di “Noi la città”, Giam­pie­tro Pizzo di “Vene­zia cam­bia 2015” e Ales­san­dro Busetto del Par­tito comu­ni­sta dei lavoratori.

La vigi­lia del voto si con­suma nel tra­di­zio­nale porta a porta della coa­li­zione di Cas­son, men­tre sull’altro fronte si urla al mas­simo nel mega­fono della “sicu­rezza”. Dome­nica scorsa gli atti­vi­sti dei cen­tri sociali Morion e Rivolta hanno con­te­stato il comi­zio di Mat­teo Sal­vini con i gom­moni a sim­bo­leg­giare i diritti dei migranti e con un paio di cari­che delle forze dell’ordine, che ora annun­ciano una raf­fica di denunce dopo le iden­ti­fi­ca­zioni della Digos. In attesa del ver­detto delle urne, Fili­berto Zovico (edi­tore del quo­ti­diano on line Vene­zie Post e pro­mo­tore dei festi­val tema­tici) non nasconde lo scet­ti­ci­smo ser­peg­giante: «Già il recente voto in Tren­tino è stato un segnale espli­cito del males­sere siste­mico a Nord Est. Vene­zia rischia di cer­ti­fi­carne la para­lisi, per­ché la città è stata let­te­ral­mente mas­sa­crata negli ultimi vent’anni. Il cen­tro­si­ni­stra, al di là dei pro­clami, non ha mai saputo costruire un vero pro­getto per la capi­tale del Veneto.

Unica ecce­zione la Bien­nale di Baratta che almeno ha resti­tuito un tocco di inter­na­zio­na­lità». Ora con Cas­son, che Zovico para­gona a De Magi­stris a Napoli, si rischia per­fino di repli­care in un even­tuale bal­lot­tag­gio la scon­fitta di Padova. «Per di più a bene­fi­cio di can­di­dati del cen­tro­de­stra non all’altezza di una città come Vene­zia, unica e deli­cata. Insomma, esau­riti i pri­vi­legi e ven­duti i gioielli di fami­glia l’offerta poli­tica si rivela fal­li­men­tare: la lunga crisi di Vene­zia sarà esplo­siva in assenza di un dise­gno, di un’amministrazione inno­va­tiva e di un effet­tivo governo della rigenerazione»

Riferimenti

Vedi qui la nostra risposta a un articolo di Paolo Floris d'Arcais.
ARTICOLI CORRELATI
29 Dicembre 2015

© 2024 Eddyburg