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Marina Zanazzo
"Rigore, rigore, rigore"
19 Dicembre 2014
Temi e problemi
Una piccola casa editrice (Corte del fòntego), in lotta contro i marosi della crisi dell'editoria, una coraggiosa collana di valutazione critica e di documentazione storica su Venezia e la sua Laguna hanno celebrato ieri il loro decimo (l'una) e quinto (l'altra) compleanno. Pubblichiamo l'intervento dell'editore pronunciatoin occasione di un brindisi con gli autori

Una piccola casa editrice (Corte del fòntego), in lotta contro i marosi della crisi dell'editoria, una coraggiosa collana di valutazione critica e di documentazione storica su Venezia e la sua Laguna hanno celebrato ieri il loro decimo (l'una) e quinto (l'altra) compleanno. Pubblichiamo l'intervento dell'editore pronunciatoin occasione di un brindisi con gli autori

Benvenuti, grazie di essere venuti numerosi.
Il prossimo sarà il quinto anno della collana «Occhi aperti su Venezia».
Sembra ieri quando abbiamo cominciato a pubblicare i primi titoli un po’ per caso, un po’ per colpa di Salzano, un po’ perché credevo - sbagliando - che lavorare con testi di sole 38-40.000 battute sarebbe stato più riposante rispetto ai volumi corposi e laboriosi della collana Voci sulla città che mi hanno impegnato per i cinque anni precedenti.

Cinque più cinque fa dieci: e dunque nel 2015 Corte del fontego compirà dieci anni.
Non è poco per una microscopica casa editrice che ha minacciato e minaccia di chiudere all’arrivo di ogni primavera. (Così avrebbe voluto anche il mio commercialista. Ma adesso si è arreso ai libretti, sa che rappresentano qualcosa di utile - almeno per alcuni - e non mi spaventa più con gli studi di settori. Anzi so che presenta lunghe relazioni in cui spiega che siamo un po' matti).Dunque festeggeremo anche i dieci anni e andremo avanti, fin che potremo. Nuovi titoli si affacciano a febbraio, su Venezia e la modernità, sul Fontego dei Tedeschi, sull’Arsenale, sul Mulino Stucky; ci saranno nuove ristampe e nuove traduzioni.

Naturalmente, non sarà per sempre! A un certo punto ci fermeremo! come prima o poi si chiudono tutte le esperienze, anche le migliori: nel nostro caso potrà essere per esaurimento degli argomenti più pregnanti - che tanto connotano i libretti rossi -, o per esaurimento... mio, rispetto soprattutto alle fatiche di gestire questa piccola impresa anche in ogni suo imponderabile e finanziario aspetto, fatiche che mi sottraggono parte del divertimento profondo che ho ricavato in questo progetto fin dal primo giorno. Lidia, tra l’altro, che di Occhi aperti è direttore scientifico, è oberata da più alti e pressanti impegni, sia come presidente della associazione prestigiosa che tutti conosciamo, sia come studiosa della Laguna.

Cosa faremo in un lontanissimo futuro lo abbiamo già deciso: torneremo a fare i topi d'archivio! Aver lavorato insieme per tanti anni ordinando il meraviglioso archivio storico di Noale e poi aver pubblicato le circa 1000 pagine dell’inventario è stata la nostra lunga gavetta insieme. E tutta questa esperienza comune ci è tornata utilissima per avviare la collana Occhi aperti su Venezia: esperienza che si può riassumere nel motto del mio professor di paleografia, Paolo Sambin, RIGORE, RIGORE, RIGORE.

Un progetto, il nostro - lo ricordo - che consiste nel proporre brevi saggi, anche critici, sui problemi della città e della sua Laguna, scritti da studiosi e specialisti, ma con una forte adesione al mandato che ci siamo imposte: semplicità, chiarezza, efficacia dei testi; rigore e completezza delle informazioni.

Siamo consapevoli che lavorare con noi non è stato sempre facilissimo: siamo delle rompiscatole (ma anche maranteghe e megere). Ma credo che la forma unitaria, omogenea, riconoscibile, che la collana ha assunto nel tempo ci abbia dato ragione. Senza Lidia, senza il suo continuo controllo scientifico, la collana Occhi aperti su Venezia avrebbe avuto le gambe corte. Ma senza Eddy Salzano non ci sarebbero state neanche le gambe. Un giorno di qualche anno fa mi disse: peccato che fai solo libri grandi! Sarebbe utile pubblicare il materiale che ho assemblato in un breve saggio sulla scandalosa faccenda del Lido. Effettivamente era un peccato ma io proprio non facevo opuscoli di quella natura e di quella misura.

Ma già pochi giorni dopo, si affacciava tra le elucubrazioni dell’editore curioso la solita pericolosa domanda, quella che apre orizzonti nuovi, ma anche le più insidiose incognite. «Ma perché no?». È cominciata così, con un “perché no,” abbastanza timido e prudente, la costruzione del progetto, presto riconoscibile nella sua grafica e nella divisione in tre filoni (la stringente attualità, la storia e urbanistica, la Laguna).

In pochi anni, la collana si è fatta quasi da sé, sotto la spinta degli stessi argomenti, sempre urgenti, sempre pressanti, che chiedevano di essere raccontati, spiegati, approfonditi, quasi in tempo reale. Oggi raccoglie firme illustri di molti dei protagonisti di questa città sempre in prima linea ad affrontare gli esiziali problemi che la affliggono; raccoglie firme di studiosi che hanno dedicato molti anni della loro vita alla conoscenza della Laguna; raccoglie infine firme di architetti e urbanisti che propongono letture e visioni inedite della città o di parti di essa.

Voglio ringraziarli tutti: Giorgio Agamben; Angela Maria Alberton; Debora Antonini; Shaul Bassi, con Isabella di Lenardo; Stefano Boato, anche con il prezioso aiuto di Carlo Giacomini; Lorenzo Bonometto, che qui è di casa; Donatella Calàbi, sempre accompagnata dalle preziose illustrazioni di Paolo Morachiello; Franca Cosmai, archivista come noi; Massimo Favilla; Luigi Fozzati; Aleramo Lanapoppi, che è poi Paolo; Franco Mancuso; Angelo Marzollo; Giannandrea Mencini; Sergio Pascolo; Paolo Pirazzoli; Tudy Sammartini, con Giulia Volpato; Rossana Serandrei Barbéro, con Sandra Donnici, ha generosamente riassunto anni e anni di ricerca in un esile libretto per partecipare anche a noi l’esistenza dei foraminiferi; Paola Somma, l’urbanista che ci ha regalato un ragionamento - dispiegato in ben tre titoli - sulla mercificazione della città; Elena Svalduz; Enrico Tantucci; Giuseppe Tattara; Silvio Testa; Nelly-Elena Vanzan Marchini; Maria Rosa Vittadini; Alberto Vitucci.

Concludo questo breve saluto con un brano di una lettera privata che ci ha commosso, giunta quando era comparso, due anni fa, l’annuncio sui quotidiani della nostra chiusura:

«Ho letto di recente un articolo ... che riferisce di una possibile, minacciata chiusura della Casa editrice. Trovo la notizia preoccupante e inaccettabile. Oltre alla sparizione delle librerie nella città storica, ora dobbiamo tollerare pure questo? Fin dalla loro prima comparsa ho grandemente apprezzato le pubblicazioni della collana “Occhi aperti su Venezia”. La mia libreria dice che si continuano a vendere bene. Lo immagino, dato il rigore, la facilità di lettura malgrado i contenuti impegnativi, la varietà dei temi, la limpida veste grafica, il prezzo più che accessibile, la formula “modulare” e agile, l’autorevolezza degli autori, le notizie su quanto sta accadendo a Venezia. Mi riferisco alla “privatizzazione” di pezzi di città, al turismo e lo spopolamento, alle grandi navi, tutti argomenti di cui personalmente ho appreso, e soprattutto compreso, molto di più attraverso “Occhi aperti” che non dagli articoli della stampa locale, spesso troppo criptici sugli interessi in gioco. In conclusione, ritengo che un’esperienza di informazione e di cultura così meritevole e originale, così preziosa e istruttiva, non possa terminare. Deve poter essere portata avanti come strumento di conoscenza, e questo per il bene stesso della città.... ».

Non aggiungo altro. Vi ringrazio ancora tutti di cuore. Buon Natale.

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