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Giorgio Todde
Sblocca Sardegna
19 Novembre 2014
Giorgio Todde
Ci risiamo, ci risiamo con mattoni e cemento. E’ stato approvato un disegno di legge che dice di “mettere ordine” nell’urbanistica ma>>>

Ci risiamo, ci risiamo con mattoni e cemento. E’ stato approvato un disegno di legge che dice di “mettere ordine” nell’urbanistica ma>>>

Ci risiamo, ci risiamo con mattoni e cemento. E’ stato approvato un disegno di legge che dice di “mettere ordine” nell’urbanistica ma perpetua la fiaba tragica che si “sblocca” la Sardegna intasandola di cemento. Disgrazia già sperimentata dalla nostra comunità cocciuta. Eppure si è visto quanto siamo felici, si è visto chi si è arricchito, si è visto come il Piano casa Cappellacci del 2009 abbia reso florida l’isola. L’edilizia è un sistema agonico che non confessa le sue colpe e perfino in punto di morte implora altri metri cubi. La cura sbagliata. Propinata oltretutto da una Giunta che aveva promesso il contrario. E oggi conferma per sempre quel Piano Casa del 2009 trasformandolo in un eterno premio di cubatura. Una roba che neppure gli ayatollah del cemento avevano osato pensare. Lo rendono eterno proprio quelli che, a parole, lo hanno avversato per cinque anni. E ora sostengono che mettere un mattone sull’altro sia lo svitol per la nostra economia arrugginita.

Che vecchia e brutta idea. Ci dicono: i mattoni non vanno più e allora ne mettiamo su altri, così diamo una scossa all’economia. Be’, qualcosa non torna. Una famiglia normale farebbe il contrario e cercherebbe almeno di abitare le migliaia di metri cubi vuoti che ci accerchiano. Qualcun altro, a corto di argomenti, dice pure che siamo affogati dalle regole. Ma quali? E come chiamiamo un Paese senza regole? E come definiamo i Comuni costieri che non si sono adeguati in otto anni al PPR e alle sue norme? E i Sindaci che sfilavano in fascia tricolore contro le regole del Piano d’assetto idrogeologico? E come chiamiamo quei Comuni che invece le regole le rispettano?

Neppure è vero, altra teoria dei certi politici svitol, che dopo otto anni di PPR – elogiato di giorno e avversato di notte – siamo diventati tanto “bravi” da non avere più bisogno di regole e norme. Sono gli “antiproibizionisti” del cemento. Per loro il PPR è superato perché siamo diventati virtuosi. Se fossimo virtuosi non avremmo il record nazionale percentuale di abusivismo edilizio – interi quartieri – e non avremmo tappato fiumi con il cemento trasformandoli in mostruosi strumenti di morte. Celebriamo anniversari dei morti ma tutto resta come prima. Ad ogni pioggia tremiamo ma i fiumi di Olbia, Capoterra, Villagrande restano occupati dal cemento. E qualcuno, con un ragionamento incosciente e schizofrenico, invoca meno regole. Roba da matti.

Se fossimo virtuosi non continueremmo a vomitare norme che consentono nuovo cemento sulle coste nella fascia dei 300 metri, il suolo più pregiato e per giunta raccontando la favola che così non si consuma altro suolo. Solo al Villaggio Forte, per esempio, ci sarà una nuova costruzione sul mare più grande dell’Hilton di Roma grazie al Piano Casa. E dimenticando oltretutto che con il PPR si deve ragionare sull’inedificabilità della fascia costiera che è ben più ampia dei 300 metri e identifica l’unica nostra vera ricchezza: il Paesaggio. Un errore drammatico che ci renderà definitivamente poveri economicamente e moralmente. E la Sardegna, mattone dopo mattone, sfigurata uscirà anche dalla memoria.

Siamo arrivati a un punto vitale per il nostro Paesaggio e per noi stessi. Gli sblocca Sardegna cercano di restaurare il far west urbanistico e di svuotare la conquista civile del PPR con un disegno di legge che lo colpisce al cuore mentre lo salva.

Un quotidiano dell’isola ha riassunto la verità in un titolo perfetto: “Piano casa per sempre”. Già, perché basta confrontare il disegno di legge della Giunta attuale e il Piano Casa del 2009. Si vedrà che, nonostante le promesse su ambiente e paesaggio, i nostri “urbanisti regionali” hanno invece riprodotto analiticamente il Piano Cappellacci. E vorrebbero dargli la forza dell’eternità giuridica. Eppure ci avevano assicurato che ci saremmo conservati “come la Corsica”, che avrebbero abolito l’articolo 13 del Piano Casa (un articolo incostituzionale che sospende le tutele del PPR), che avremo puntato al “consumo zero di suolo”. Invece consumeremo suolo e paesaggio.

E ricordiamo all’assessore all’edilizia Cristiano Erriu che si passa alla storia locale in vari modi anche facendo il banditore di metri cubi avvertendo il mondo che il Piano casa scade il 29 novembre e sino ad allora “venghino signori”. Si passa alla storia anche proclamando che, niente paura, il nuovo disegno di legge “colmerà un vuoto legislativo” rendendo perpetuo un provvedimento regala-metri-cubi. Mentre l’unico “vuoto” che questo disegno di legge colmerà sarà quello che si riempirà di nuovi mattoni.

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