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Jan Van Der Borg
Venezia, assenza di proposte per gestire il flusso turistico
28 Ottobre 2014
Terra acqua e società
«Il turismo di massa reca danni ingenti. La crescita del numero di visitatori e l’abbassamento della loro qualità sono intrinseche all’attuale sistema turistico veneziano. Solo con una politica turistica precisa e innovativa, questo circolo vizioso potrà essere interrotto».

«Il turismo di massa reca danni ingenti. La crescita del numero di visitatori e l’abbassamento della loro qualità sono intrinseche all’attuale sistema turistico veneziano. Solo con una politica turistica precisa e innovativa, questo circolo vizioso potrà essere interrotto». La Nuova Venezia, 28 ottobre 2014 (m.p.r.)

È di per sé sicuramente positivo che l’insostenibilità del turismo veneziano faccia nuovamente discutere. Dopo l’ondata di interventi sui giornali di quest’estate, una gara di pateticità decisamente vinta dall’ex assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin, che quando “amministrava” era troppo preso a rimuovere panchine per pensare alle grandi navi, si è aperta ora la stagione autunnale delle conferenze dedicate alla gestione dei flussi turistici a Venezia.
Tra queste iniziative spicca quella recentemente organizzata dal Fai all’Ateneo Veneto. L’assoluta assenza di proposte concrete quella mattina era la cosa più clamorosa. Da un sottosegretario, che per ora ha fatto solo dichiarazioni contrastanti, e da un commissario, che ha incredibilmente confermato lo Schettino del management pubblico Marco Agostini alla guida del Comune, non c’era granché da aspettarsi. Ma da personaggi come la direttrice di un centro internazionale di studi sul turismo Mara Manente, che percepisce lo stipendio da dirigente regionale per coordinare un dipendente e mezzo e per studiare il fenomeno turistico, qualcuno si sarebbe aspettato molto di più.
Ha perfettamente ragione, quindi, l’amico Fabrizio Panozzo: basta con gli studi e le ricerche, è arrivato il momento di agire concretamente. In effetti, l’analisi del problema è presto fatta. Da anni i visitatori a Venezia sono molti, probabilmente troppi, e in prevalenza di tipo “mordi e fuggi”. Conseguentemente, l’offerta turistica si è specializzata nel servire principalmente i segmenti di bassa qualità, a ridotto valore aggiunto, che diventano redditizi soltanto quando il numero di turisti diventa enorme.
Il turismo di massa, in particolare quello mordi e fuggi, reca danni ingenti, non solo al sistema socio-economico veneziano ma, alla fine, anche al turismo stesso. Insomma, la crescita inesorabile del numero di visitatori e l’abbassamento della loro qualità sono tendenze intrinseche all’attuale sistema turistico veneziano. Se lasciato all’improvvisazione, il turismo tende a diventare sempre più insostenibile. Solo con una politica turistica precisa e innovativa, questo circolo vizioso potrà essere interrotto. E con questa affermazione arrivo al secondo punto di Panozzo.
Credo che i principali ingredienti di tale politica siano facilmente identificabili. In primis, il governo del turismo veneziano, guidato dal Comune e non delegato ad altri soggetti, richiede una politica turistica multisettoriale, e, in assenza dell’area metropolitana, almeno nelle intenzioni sovracomunale. Il numero chiuso oppure il ticket d’ingresso non sono, per diversi motivi, reali opzioni per gestire il flusso in ingresso. L’unica vera soluzione al problema è la prenotazione. Per chi prenota, Venezia dovrà essere accessibile, facile ed economica; per chi continua a precipitarsi a Venezia, la città dovrà essere parzialmente chiusa (l’Area Marciana, ad esempio), molto difficile e cara.
La prenotazione si veicolerà attraverso una City Card. La City Card avrà un sovraprezzo che, col tempo, sostituirà la controproducente tassa di soggiorno. La gestione dei flussi si poggerà non solo su un innovativo sistema di prenotazione e di monitoraggio dei flussi utilizzando delle tecnologie Ict ormai diffusissime ma, in prospettiva, anche su una revisione dell’intero sistema degli accessi, che comprende anche i terminal di cui si parla da decenni. Speriamo che il prossimo sindaco dedicherà le sue energie per risolvere alcune questioni che tormentano la città lagunare da decenni, tra questi quelle turistiche.
Jan van der Borg è Docente Economia del turismo Ca’ Foscari, Venezia

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