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Gad Lerner
Se l’Italia e la Ue chiudono ai migranti la fortezza Europa
29 Agosto 2014
Articoli del 2014
L'Italia di Renzi-Alfano e l'Eropa di ...continuano ad accrescere la disperazione che viene dal Sud. Non sono loro che piangono oggi, n saranno loro a piangere dumani.

La Repubblica, 29 agosto 2014
Annunciando con enfasi trionfalistica «il superamento di Mare Nostrum»,Alfano ha ripetuto davanti alle telecamere per ben otto volte in tre minuti laparola frontiera. Altre parole-chiave: pattugliamento, presidio, sorveglianza,monitoraggio.
Neanche una volta ha parlato di soccorso, salvataggio.Di fronte a un’opinione pubblica impaurita dalle guerre che insanguinano l’interasponda meridionale del nostro mare, e quindi poco interessata a distinguere fraprofughi e invasori, torna in auge la chimera di una Fortezza Europa. Ilvecchio continente asserragliato sulla frontiera comune per respingere laminaccia esterna.
Così Alfano ci ha presentato la nuova operazioneFrontex Plus, varata a Bruxelles, come riposizionamento strategico dentro iconfini di Schengen, cioè dentro le nostre acque territoriali. Queste, almeno,sono le sue orgogliose affermazioni: «L’Europa arretra la sua linead’intervento. Si rimpossessa del controllo della sua frontiera ponendo le basiper il ritiro di Mare Nostrum». Ritiro da dove? Forse dalle acqueinternazionali da cui Mare Nostrum ha tratto in salvo decine di migliaia dipersone? Peccato che la maggior parte dei naufragi - già costati duemila mortinel 2014 nonostante l’impegno generoso della nostra Marina militare - avvenganoproprio in acque internazionali o a ridosso della costa libica. In futuro nonsaranno più affar nostro le tragedie che si consumano a sud delle acqueterritoriali italiane?
Anche se non ufficialmente, i portavoce comunitarisposano la tesi denigratoria secondo cui Mare Nostrum avrebbe fornito unincentivo alle partenze. Gli scafisti impiegherebbero barche malridotte e con pococombustibile perché confidano nella premura degli italiani. L’emergenzaprovocata dall’inasprimento delle guerre mediorientali e africane vienederubricata a fattore secondario della crescita esponenziale del flussomigratorio. Come già negli anni bui dei respingimenti, ci illudiamo discoraggiare criminali e fuggiaschi tramite l’attenuazione (se non addirittural’omissione) del soccorso. Davvero pensiamo che un nostro eventuale disimpegnoumanitario faccia breccia nella crudeltà degli uni e nella disperazione deglialtri?
Incorniciata nella retorica della frontiera, Alfano siè molto compiaciuto della ritrovata armonia con la commissaria europea agliAffari interni, Cecilia Malmström. Da novembre in poi l’Italia non sarà piùsola; ci saranno navi, elicotteri e finanziamenti degli altri partner europei.Staremo a vedere, sarebbe un’ottima notizia. Ma intanto la Malmström ha tenutoa precisare che l’Ue fornirà all’Italia una ”assistenza complementare”, non dipiù. Richiesta di spiegare meglio cosa significhi “assistenza complementare”,la commissaria di Bruxelles ha ribadito che Frontex Plus eserciterà opera disorveglianza e monitoraggio solo entro e non oltre i limiti dell’area diSchengen. Dipenderà dal governo italiano stabilire se proseguire, e in che forma,l’operazione Mare Nostrum fuori dalle nostre acque territoriali. Magari le navimilitari francesi, spagnole o di altri paesi, segnaleranno alla nostra Marinale emergenze, ma non parteciperanno comunque alle azioni di salvataggio extraterritorialipreviste dal diritto internazionale.
Il dilemma morale e la scelta politica che si pongonodi fronte all’ecatombe in corso nel Canale di Sicilia vengono dunqueinteramente riconsegnati al nostro governo, in condizioni geopolitichepeggiorate rispetto al 2013. La fretta con cui Alfano proclama il superamentodi Mare Nostrum si rivela una trovata demagogica, così come l’annunciatadistruzione delle barche degli scafisti: forse che in passato qualcuno glielericonsegnava?
La retorica della frontiera meridionale blindatadall’Ue funge da esile copertura alle divisioni in cui si dibatte l’Europa difronte alla vastità del dramma dei profughi e delle guerre in corso alle nostreporte. Nei colloqui di Bruxelles neanche si è affrontato il tema dellarevisione del trattato di Dublino che attualmente limita la validità dell’asilopolitico al singolo paese in cui viene richiesto. Il guaio è che a tutt’oggi 25paesi dell’Ue su 28 rifiutano di stipulare il “mutuo riconoscimento”, cioèl’asilo politico europeo, che garantirebbe una più equa distribuzione deirichiedenti, senza gravare solo sulle nazioni di primo approdo. Tanto meno siparla di instaurare dei corridoi umanitari, passaggi indispensabili persottrarre i fuggiaschi al monopolio delle mafie che li gestiscono. L’Ue restasorda anche di fronte all’esigenza di costituire presidi nei paesi di transitoper facilitare l’identificazione dei richiedenti asilo e vagliare in anticipole loro domande.
Attendiamo di conoscere nei prossimi giorni maggioridettagli operativi su Frontex Plus. Ma se venisse confermato l’arretramento delraggio d’azione - e di conseguenza il rischio di un aumento del numero deimorti - di nuovo si riproporrebbe lo scaricabarile europeo sull’Italia: l’Ue almassimo ci aiuta a sorvegliare una frontiera marittima che resterà per suanatura comunque attraversabile; se poi l’Italia vorrà continuare l’opera disalvataggio intrapresa l’anno scorso dopo la strage di Lampedusa, ci diranno«bravi », ma resta una scelta nostra che non li riguarda. L’encomio diBruxelles e la promessa di condividere gli oneri finora sopportati dall’Italia,rischiano di tradursi in una beffa se davvero il sistema Frontex Plus nonammetterà pattugliamenti a sud dell’area Schengen.
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