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Angelo Mastrandrea
Domande inascoltate
19 Maggio 2014
Articoli del 2014
«Que­stioni con­crete, ambien­tali e sociali, che inci­dono diret­ta­mente sulle vite delle per­sone e coin­vol­gono ter­ri­tori già deva­stati da decenni di incu­ria e spe­cu­la­zioni, ma fuori da un’agenda poli­tica che ormai da anni non tiene conto degli umori delle piazze e delle richie­ste dei movi­menti, per­sino le più ragio­ne­voli». Il manifesto, 18 maggio 2014 (m.p.r.)

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Il manifesto, 18 maggio 2014 (m.p.r.)

Nel giorno in cui Beppe Grillo ha con­qui­stato i pal­co­sce­nici media­tici tanto odiati con qual­che bat­tuta a effetto su Hitler, Sta­lin, Schulz e Angela Mer­kel, men­tre Sil­vio Ber­lu­sconi gli con­ten­deva invano la «mar­cia su Roma», la piazza romana dei movi­menti è apparsa, al con­fronto, un’oasi di tran­quil­lità e buon­senso. Non sfon­derà per que­sto gli schermi e le prime pagine dei gior­nali, eppure è stata l’unica, nel lin­guag­gio sopra le righe della cam­pa­gna elet­to­rale, ad avan­zare richie­ste pre­cise e porre le domande giu­ste ai palazzi sem­pre più chiusi e auto­cen­trati della poli­tica: che ne sarà del refe­ren­dum sull’acqua pub­blica e i beni comuni con la nuova ondata di pri­va­tiz­za­zioni alle porte? Cosa acca­drà alle migliaia di per­sone costrette gio­co­forza a occu­pare una casa una volta che sarà appro­vato l’articolo 5 della legge Lupi che proi­bi­sce loro di allac­ciare l’acqua e l’energia elet­trica? Su cosa pun­terà le sue risorse il governo Renzi, sulle tri­vel­la­zioni petro­li­fere o sulle ener­gie rin­no­va­bili? È pos­si­bile una poli­tica dei rifiuti che non con­tem­pli sem­pre e solo inceneritori?

Que­stioni con­crete, ambien­tali e sociali, che inci­dono diret­ta­mente sulle vite delle per­sone e coin­vol­gono ter­ri­tori già deva­stati da decenni di incu­ria e spe­cu­la­zioni, ma fuori da un’agenda poli­tica che ormai da anni non tiene conto degli umori delle piazze e delle richie­ste dei movi­menti, per­sino le più ragio­ne­voli. Anche la mani­fe­sta­zione di ieri rischia di rima­nere ina­scol­tata. Nella migliore delle ipo­tesi, sarà con­se­gnata al fol­klore media­tico dei cor­tei paci­fici e colo­rati, lo spec­chio rove­sciato di quello dello scorso 12 aprile, che ha con­qui­stato gli onori delle cro­na­che per gli scon­tri nelle vie della Dolce vita e una ragazza cal­pe­stata come uno zai­netto senza per que­sto che, ancora una volta, si discu­tes­sero le que­stioni che poneva: ancora una volta la casa, e poi le grandi opere e lo sfrut­ta­mento del lavoro, que­stione cen­trale oggi in Ita­lia e in Europa.

C’è poi una que­stione più gene­rale: l’austerità che sta stran­go­lando il sud del con­ti­nente. Su que­sto le forze poli­ti­che che si oppon­gono ad essa hanno l’obbligo di dimo­strare che fanno sul serio. È que­sto il loro com­pito prin­ci­pale ed è su que­sto ter­reno che si gioca il loro consenso.

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