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Roberto Ciccarelli
Tre anni di tasse per pagare l’evasione fiscale
24 Gennaio 2014
Articoli del 2014
Non fu un Presidente del consiglio, partner autorevole del PD di Napolitano ed Epifani e sodale "in profonda sintonia" del PD di Renzi e Renzi a proclamare che non è giusto pagare le tasse, e a darne il buon esempio tanto da essere condannato da tre tribunali per frode fiscale? Il manifesto, 24 gennaio 2014
Non fu un Presidente del consiglio, partner autorevole del PD di Napolitano ed Epifani e sodale "in profonda sintonia" del PD di Renzi e Renzi a proclamare che non è giusto pagare le tasse, e a darne il buon esempio tanto da essere condannato da tre tribunali per frode fiscale? Il manifesto, 24 gennaio 2014

L’evasione fiscale accer­tata dalla guar­dia di Finanza nel 2013 è di 52 miliardi di euro, pari ad almeno tre leggi di sta­bi­lità di importo pari a quella licen­ziata dal governo Letta a fine dicem­bre: poco più di 14 miliardi di euro. Nel rap­porto annuale dif­fuso ieri, le Fiamme Gialle sosten­gono di avere indi­vi­duato 12.726 respon­sa­bili di reati fiscali e 8.315 eva­sori totali che hanno occul­tato al fisco red­diti per 16,1 miliardi di euro. Si stima che i ricavi non con­ta­bi­liz­zati e i costi non dedu­ci­bili rile­vati agli altri tipi di eva­sione siano pari a 20,7 miliardi di euro. L’Iva è stata evasa per 4,9 miliardi di euro. Almeno due sono ricon­du­ci­bili alle cosid­dette «frodi caro­sello», cioè quelle ope­ra­zioni ille­gali basate su fit­ti­zie tran­sa­zioni com­mer­ciali con l’estero. L’importo dell’evasione fiscale inter­na­zio­nale ammon­te­rebbe a 15,1 miliardi di euro.

Sugli oltre 12 mila denun­ciati per reati fiscali, 202 sono stati arre­stati per falsa fat­tu­ra­zione fat­ture (pari a 5.776 vio­la­zioni); 534 sono i casi di chi non ha ver­sato l’Iva (534 casi); 2903 le vio­la­zioni di chi ha omesso di pre­sen­tare la dichia­ra­zione dei red­diti; 1.967 i casi di chi ha nasco­sto la con­ta­bi­lità. Sono state inol­tre avviate pro­ce­dure di seque­stro pari a 4,6 miliardi di euro nei con­fronti di chi è stato rico­no­sciuto respon­sa­bile di frodi fiscali, di beni mobili, immo­bili, valuta e conti cor­renti pari per 4,6 miliardi. Nel corso del 2013 sono stati ese­guiti prov­ve­di­menti che hanno per­messo di ripor­tare 1,4 miliardi, al patri­mo­nio dello Stato. Magra con­so­la­zione, visto che com­ples­si­va­mente si tratta di 5,6 miliardi, un decimo dell’importo che si ritiene sia stato nascosto.

Quanto al con­trollo degli scon­trini e rice­vute fiscali negli eser­cizi com­mer­ciali, la Guar­dia di Finanza sostiene di avere effet­tuato 400 mila con­trolli. Nel 32% dei casi sono stati rila­sciati in maniera irre­go­lare, poco più di uno su tre. Sono stati inter­cet­tati oltre 298 milioni in con­tanti e titoli ille­ci­ta­mente tra­spor­tati attra­verso i con­fini nazio­nali. Rispetto al 2012 que­ste ope­ra­zioni sono quasi tri­pli­cate. Nel 2013 ne sono state indi­vi­duate il 140% in più rispetto all’anno pre­ce­dente, pari ad oltre 258 milioni. Le Fiamme Gialle sosten­gono che que­sto aumento sia stato dovuto alla seve­rità della entrata in vigore nel 2012.

Un’altra parte dell’attività dei mili­tari si è rivolta al con­tra­sto del lavoro nell’economia som­mersa. Sono stati sco­perti 14.220 lavo­ra­tori total­mente in nero, 13.385 sono gli irre­go­lari. I datori di lavoro che li hanno sfrut­tati sono 5.338. Anche il capi­tolo delle vio­la­zioni fiscali è quello rap­pre­sen­tato dal set­tore eco­no­mico dei gio­chi e delle scom­messe, in espan­sione e da tempo al cen­tro delle atten­zioni della finanza pub­blica. Nel 2013 la Gdf ha effet­tuato oltre 9mila inter­venti e ha denun­ciato 3.500 casi di vio­la­zione a carico di 10 mila respon­sa­bili. Le scom­messe «al nero», cioè non sog­gette alle impo­ste pre­vi­ste in que­sti casi, sono state pari a 123 milioni di euro.

Com­men­tando i dati il segre­ta­rio con­fe­de­rale della Cisl, Mau­ri­zio Petric­cioli ha chie­sto «un impe­gno sup­ple­tivo e straor­di­na­rio da parte del Governo e del Par­la­mento». Il depu­tato Pd Michele Pelillo, segre­ta­rio della com­mis­sione Finanze, ha sug­ge­rito usare la delega fiscale, appro­vata alla Camera e ora al vaglio del Senato, per il con­tra­sto dell’evasione. «I numeri che ci dà oggi la GdF sull’evasione fiscale sono impres­sio­nanti. Dob­biamo dun­que pren­dere atto che que­sti sforzi sono stati insuf­fi­cienti e che dob­biamo fare di più».

In un docu­mento appro­vato dalla com­mis­sione par­la­men­tare di vigi­lanza sull’anagrafe tri­bu­ta­ria nella XVI legi­sla­tura (2008–2012) aveva quan­ti­fi­cato l’entità dell’economia som­mersa tra i 230 e 250 miliardi di euro. In una audi­zione alla com­mis­sione Finanze del Senato nel 2012 il pre­si­dente della Corte dei Conti ha indi­cato una cifra più con­te­nuta pari a 180 miliardi di euro annui, citando una stima basata sui dati Ocse. È stata anche rea­liz­zata una simu­la­zione della distri­bu­zione ter­ri­to­riale dell’evasione.

Nell’aprile 2012 all’Unità di infor­ma­zione finan­zia­ria (UiF), un uffi­cio della Banca d’Italia, risul­tava che la media dell’evasione è di 38,19 euro su 100 euro di impo­ste pagate. Que­sta media cre­sce in regioni come il Molise, la Basi­li­cata e la Puglia (64 su 100), poi c’è la Cam­pa­nia con il 59 e la Sici­lia con il 56, a seguire tutte le altre. Un’altra carat­te­ri­stica deter­mi­nante di que­sta massa mone­ta­ria è quella di sti­mo­lare o di favo­rire la cre­scita delle eco­no­mie cri­mi­nali e i sistemi di rici­clag­gio del denaro sporco. Due facce della stessa meda­glia, sostiene l’Ocse dal 2012. Se a que­sta cifra aggiun­giamo quella dell’elusione fiscale, pari a 150 miliardi di euro all’ano, si com­prende facil­mente le dimen­sioni finan­zia­rie di un feno­meno che è anche alla base di un’economia paral­lela che finan­zia atti­vità cri­mi­nali o quelle appa­ren­te­mente legali. Secondo la Corte dei Conti l’Italia è primo in Europa per eva­sione fiscale. Nel mondo ci sono solo Tur­chia e Messico

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