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Paola D'Amico
Scali ferroviari, «rivoluzione» urbanistica
30 Ottobre 2013
Milano
Aree ex pubbliche e plusvalore fondiario per la città dei cittadini o per la città della rendita (privata). Ladecisione è aperta, ed è affidata alla politica: quella buona o quella cattiva?Corriere della sera, ed. Milano. 30 ottobre 2013

Aree ex pubbliche e plusvalore fondiario per la città dei cittadini o per la città della rendita (privata). Ladecisione è aperta, ed è affidata alla politica: quella buona o quella cattiva?Corriere della sera, ed. Milano. 30 ottobre 2013

Entro Natale accordo sugli scali ferroviari dismessi, oppurequel milione e 200 mila metri quadri di terreno tornerà ad avere il valore di«zero euro», come detta il Pgt. La trattativa tra Comune, Regione e Ferroviedello Stato è a una svolta. Rimane solo un nodo da sciogliere - cioè doveinvestire i 50 milioni di plusvalenze (la prima tranche), derivanti dallavalorizzazione e vendita delle aree che l'accordo di programma rende per dueterzi edificabili -, e una data, il 31 dicembre come termine ultimo che ilComune s'è dato per chiudere la partita.

A otto anni dall'avvio dell'accordo di programma, interrottonel 2010 con l'amministrazione Moratti, in sede di controdeduzioni al Pgt, eripreso in mano dall'assessora all'Urbanistica Ada Lucia De Cesaris, prendecorpo un piano che potrebbe veramente cambiare il destino di sette grandi areecittadine - Farini, Greco, Lambrate, Porta Romana, Rogoredo, Porta Genova, SanCristoforo -, ricucire quartieri divisi, cancellare zone di degrado eabbandono.
Nel pacchetto non c'è solo un capitolo che parla di bonificadei suoli e riqualificazione ambientale, c'è anche un'offerta abitativa dihousing sociale con affitti calmierati che Cassa Depositi e Prestiti - scesa incampo da qualche mese — si propone di realizzare: 2.600 alloggi in una(Lambrate), massimo tre localizzazioni. C'è un oceano verde grande mezzomilione di metri quadrati: una sorta di Central Park spalmato in città. E c'èanche un parco lineare di 100 mila metri quadrati a San Cristoforo, tale dacollegare la zona Navigli con il comune di Corsico. Ci sarà, certamente,cemento nelle due più grandi aree dismesse, gli scali Farini e Porta Romana. Mail cosiddetto «carico urbanistico», la superficie edificabile, crolla del 33per cento rispetto alla versione dell'accordo ante Pgt.
Ieri la bozza di accordo di programma, limata da oltre unanno di trattative a tre, è stata illustrata dalla vicesindaco alla CommissioneUrbanistica, dando il via ad un acceso dibattito. Contrario il grillino MattiaCalise che ha ricordato «le promesse elettorali del centrosinistra» e l'esitodei referendum cittadini («Daremo battaglia per ogni singolo scalo e metro diterra tolto al verde»). Determinato il presidente di Commissione, RobertoBiscardini: «Dobbiamo vincolare i soldi che FS incasseranno come plusvalenzedalla vendita delle aree, perché siano riversati su Milano, per lo sviluppodelle infrastrutture, dei trasporti. Non mi fido di FS, penso debbano averemaggiore attenzione alla città e all'interesse pubblico».
Dalle plusvalenze potrebbe nascere un secondo Passanteferroviario, ma anche nuove stazioni in città. Non è escluso che la Regionechieda treni nuovi per i suoi pendolari. Ma neppure che FS pensi di investire,invece, in alta velocità. Un solo nodo da sciogliere ma decisivo, dunque.
Se non si dovesse chiudere l'accordo? «Faremo altreriflessioni», chiarisce sorridendo la vicesindaco. Il valore delle immense areedegli scali dismessi però, potrebbe precipitare, come da Pgt.E pensare che l'accordo, nel 2010, era saltato, perché in FS«contavano di avere un 33 per cento in più di metri quadrati edificabili».Chissà che il vecchio adagio «Chi troppo vuole nulla stringe» sia allora fonted'ispirazione. «Non siamo disponibili a cedere di un millimetro — conclude DeCesaris —. Siamo convinti che il patrimonio di FS appartenga a tutti icittadini, anche se per una scellerata legge dello Stato è consideratopatrimonio privato».
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