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Roberto Ferrucci
Venezia svenduta
15 Settembre 2013
Venezia e la Laguna
Record in Laguna: 12 navi in un giorno per fare “schei ”. Il 21 settembre assalto storico. L’assessore Bettin: «polveri a tonnellate». Ma è molto peggio di quanto appare.

Record in Laguna: 12 navi in un giorno per fare “schei ”. Il 21 settembre assalto storico. L’assessore Bettin: «polveri a tonnellate». Ma è molto peggio di quanto appare.Il Fatto Quotidiano, 15 settembre 2013, con postilla

Venezia. Un treno infinito, improbabile, sconcertante, lungo tre chilometri, che arriverà a Venezia il 21 settembre prossimo. Provate a immaginarlo. Ecco. No, non così, perché un treno lungo tre chilometri di sconcertante ha solo la lunghezza. E poi i treni non entrano a Venezia, non la attraversano. Non la sventrano. Arrivano laddove inizia, a Santa Lucia. E si fermano. Da lì in poi tocca solo ai vaporetti. Quindi quello che avete immaginato è infinitamente minore, meno dannoso e meno inaudito di ciò che quel giorno accadrà a Venezia.

Già, pare che per inaugurare al meglio l’autunno (o per salutare al peggio l’estate, a seconda dei punti di vista), il Porto di Venezia abbia deciso di entrare nel Guinness dei primati. Un primato che tanti avrebbero preferito non infrangere. Tanti, non tutti. Tanti, molti veneziani sono felici di questo, invece. Pensate che bello: il 21 settembre 2013 arriveranno a Venezia tre chilometri di transatlantici.

So che può sembrare un refuso, una svista, un’esagerazione. Invece è tutto vero: dodici grandi navi, 771.987 tonnellate di stazza lorda, 30mila persone a bordo. E se considerate che Venezia non arriva a 60mila abitanti complessivi... Serve altro? Eppure, ecco, tocca pure commentarla una roba del genere. Perché nel Paese delle piccole e grandi anomalie, le grandi navi a Venezia sono ovviamente considerate normali. L’assessore all’Ambiente Gianfranco Bettin ieri ha preso una posizione dura in proposito: “Il Comune di Venezia, con l’assessorato all’Ambiente sosterrà il prossimo 21 settembre uno sforzo straordinario di monitoraggio sotto ogni profilo della eccezionale situazione che si creerà in quella giornata a Venezia. Cercheremo di misurare in particolare il rumore, le polveri sottili e gli ossidi di azoto emessi (polveri e ossidi certamente a tonnellate) dai giganti del mare entrati in laguna e in città e di osservare gli spostamenti di masse d’acqua e le variazioni di marea che provocheranno.

Si tratterà, in un certo senso, di un esperimento enorme sulla pelle viva dei veneziani, al quale, certamente, ci saremmo sottratti volentieri”. Ora, davvero: come si fa a commentare una notizia del genere? Proprio in questi giorni, poi, che dopo più di un anno e mezzo inizia - forse - a essere rimosso il relitto della Costa Concordia dallo sguardo ormai estenuato degli abitanti dell’Isola del Giglio . Ma tanto ce lo ripetono ogni giorno, i responsabili del Porto di Venezia. Impossibile possa succedere qualunque incidente, in laguna. Lo ripetono, lo garantiscono, lo giurano. E noi glielo auguriamo che sia così, che abbiano ragione loro, anche se il punto non è questo. È l’oltraggio quotidiano all’intelligenza di un transito assurdo a dover essere messo in discussione. È lo sventramento quotidiano subìto dalle acque fragili della laguna da parte di questi mastodonti sul quale riflettere.

E quelle dodici navi tutte insieme, dopo le polemiche recenti, sembrano una sorta di sfida finale. Una dimostrazione di forza definitiva. Di cui vantarsi, ovviamente. Chi abita a ridosso delle rive sia veneziane che giudecchine, al passaggio delle navi subisce il black out delle tv. Roba di due, tre minuti, nulla più. Ma anche questo la dice lunga su quei così enormi che passano a poche decine di metri dalle nostre case. E se adesso state immaginando che dopo una notizia del genere la conseguenza più naturale sia che i veneziani quel 21 settembre scendano in calle o in campo o in riva a protestare in massa contro questa cosa, toglietevelo dalla testa. Se questo è un Paese ormai rassegnato e amorfo, Venezia lo è ancora di più. Peggio. Per una gran parte dei veneziani, forse la maggioranza, le navi “porta schei”. E allora cosa volete che siano quasi tre chilometri e ottocentomila tonnellate di ferraglia? Poi, che anche su quegli “schei” ci sia da discutere, poco importa. Allora viene proprio da dirlo: non so voi, ma io il 21 settembre, a differenza delle navi, girerò al largo da Venezia.

postilla
l passaggio dei grattacieli flottanti nei canali della città storica è solo l’aspetto più vistoso del danno inferto alla città e al territorio della Laguna. Certamente non l’unico, e forse neppure il più grave. Basta leggere l’ultimo libretto di Lidia Fersuoch, Confondere la Laguna, della collana Occhi aperti su Venezia, per comprendere la posta in gioco. Perché solo una combattiva minoranza si oppone alla devastazione? Perché tutti sono pervasi dall’ideologia dello “sviluppo”. Per assicurare il benessere occorre, secondo il pensiero comune, mercificare e vendere per quattro baiocchi qualsiasi bene, senza curarsi del degrado ce così si produce. Storia e futuro sono dimensioni scomparse dalle teste di chi governa – e, ahimè, di chi si lascia governare.

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