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Condono edilizio, Cancellieri «apre» e il Pd non «chiude»
9 Maggio 2013
Abusivismo
Si riapre il dibattito sul tema dell'abusivismo, in un modo che peggio non si può; naturalmente, all'insegna della "solidarietà nazionale".

Si riapre il dibattito sul tema dell'abusivismo, in un modo che peggio non si può; naturalmente, all'insegna della "solidarietà nazionale". Corriere del Mezzogiorno online, 8 agosto 2013, con postilla (a.d.g.)

«Eventuali interventi normativi sulla vicenda delle costruzioni abusive in Campania «non possono assolutamente prescindere da una sinergica, congiunta e preliminare attività di ricognizione e valutazione, da parte di tutte le componenti istituzionali interessate, in ordine alle concrete situazioni abusive poste in essere ed al danno effettivamente arrecato al territorio e all'ambiente». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, nel corso del question time. Secondo il ministro «il fenomeno del'abusivismo edilizio, determinato, in alcune realtà locali come quella campana, anche da ragioni di necessità abitative, va inquadrato nel necessario bilanciamento di diversi valori di rilevo costituzionale, quali, accanto a quelli di natura sociale, quelli connessi alla tutela della equilibrata programmazione e del rispetto del patrimonio archeologico, naturalistico ed ambientale».

REVOCA DEMOLIZIONE - In tale contesto, ha aggiunto, «si inserisce la sanzione accessoria che impone la demolizione del manufatto abusivo e, se del caso, il ripristino dello stato dei luoghi, rispetto all'oggetto dell'abuso, acquisito «ope legis» al patrimonio del Comune». «Ciò - ha sottolineato Cancellieri - non esclude la possibilità che il giudice dell'esecuzione revochi l'ordine di demolizione qualora sopravvenga un atto amministrativo del tutto incompatibile con lo stesso, quale la destinazione, da parte del Comune, del manufatto abusivo a fini di utilità sociale

IL PD - «Quella dell'abusivismo edilizio in Campania è una materia molto delicata». Così, in una nota, Enzo Amendola, deputato e segretario regionale del Pd campano, e Lello Topo, capogruppo Pd al Consiglio regionale Campania. «Le annose questioni delle costruzioni illegali e degli abbattimenti non possono essere risolte con degli articoli inseriti nella finanziaria come ha fatto l'attuale governo regionale di centrodestra guidato da Stefano Caldoro - aggiungono - ma c'è bisogno di cautela, dialogo e confronto». «Concordiamo con il ministro Cancellieri, la situazione è drammatica, per questo anche da parte del governo nazionale occorra cautela - spiegano - il rischio è quello di aprire conflitti di competenza tra gli Enti che allungherebbero i tempi della risoluzione dei problemi, aumentando anche le incertezze e i timori di numerose famiglie».

PROPOSTA DI LEGGE - «Il Pd campano da tempo ha predisposto una proposta di legge equilibrata e rigorosa, per costruire e dare risposte alle domande di condono in atto ormai, in alcuni casi da più di venti anni, e per realizzare un piano serio di recupero ambientale e sociale», continuano. «Bisogna assumersi la responsabilità di dare risposte. In diversi casi con opere di mitigazione ambientale e paesaggistica sarà possibile recuperare i manufatti e le aree di costruzione abusiva - concludono - nelle situazioni particolarmente gravi bisognerà dire 'nò, soprattutto contro le speculazioni fatte dalla camorra che ha distrutto e mortificato il nostro territorio».

Postilla

Il ministro Cancellieri dovrebbe evitare di fare confusione. Il problema in Campania sono le 80.000 pratiche di condono ancora non evase. L’incapacità di applicare le leggi dello stato genera questo limbo oscuro, una sorta di “stato di eccezione” che non finisce mai. In questo ingorgo malsano dell’attività amministrativa, le sentenze di demolizione passate in giudicato riguardano manufatti abusivi che la legge non consente di sanare, perché si trovano in aree ad elevato grado di tutela o rischio. Fa specie che una persona delle istituzioni come il ministro Cancellieri anche solo ipotizzi la possibilità di sanatorie, con provvedimenti legislativi ad hoc, con la scusa di motivazioni “sociali” (il cosiddetto “abuso di necessità”). L’unica è applicare la legge. Attrezzando regioni e comuni affinché possano svolgere le funzioni istituzionali di prevenzione, controllo, sanzione, ripristino. Senza tutto questo, l’industria dell’abusivismo, in Campania e nel Sud, continuerà a prosperare. E l’eventuale sanatoria, all’ombra delle grandi intese, sarà solo un altro doloroso passo verso la definitiva decomposizione territoriale e sociale di una parte importante del paese (a.d.g.).

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