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Alberto Vitucci
Sul futuro delle aree del Porto è braccio di ferro tra Comune e Autorità portuale
9 Gennaio 2013
Venezia e la Laguna
Grandi navi, grandi aeree, grandi rendite: la lotta è aperta.Siamo al sovvertimento delle regole democratiche.È il territorio che deve decidere sul futuro del suo Porto e non viceversa. Dice una persona per bene: «È la città, e per essa il sindaco con il Consiglio comunale, che deve dire quale futuro vuole per San Basilio e la Marittima». Il senatore del Pd Felice Casson, primo firmatario della nuova legge Speciale per Venezia, critica duramente le prese di posizione del Porto sul futuro dell’area veneziana. Proteste vengono annunciate anche dal Comitato «No Grandi Navi», che ha raccolto migliaia di firme per l’allontanamento delle navi da crociera da San Marco. «Queste decisioni», dicono, «le deve prendere la città».

Grandi navi, grandi aeree, grandi rendite: la lotta è aperta.Siamo al sovvertimento delle regole democratiche.È il territorio che deve decidere sul futuro del suo Porto e non viceversa. Dice una persona per bene: «È la città, e per essa il sindaco con il Consiglio comunale, che deve dire quale futuro vuole per San Basilio e la Marittima». Il senatore del Pd Felice Casson, primo firmatario della nuova legge Speciale per Venezia, critica duramente le prese di posizione del Porto sul futuro dell’area veneziana. Proteste vengono annunciate anche dal Comitato «No Grandi Navi», che ha raccolto migliaia di firme per l’allontanamento delle navi da crociera da San Marco. «Queste decisioni», dicono, «le deve prendere la città».La Nuova Venezia, 9 gennaio 2013

Sul futuro delle aree del Porto è braccio di ferro tra Comune e Autorità portuale. Ieri mattina in municipio lungo e animato incontro tra il sindaco Giorgio Orsoni e i suoi assessori da una parte, il presidente dell’Autorità portuale Paolo Costa dall’altra. Sul tavolo l’Accordo di programma che dovrebbe decidere, appunto, il futuro prossimo di Santa Marta e San Basilio. Delibera «congelata» dal Consiglio comunale a fine anno perché giudicata «troppo concessiva» agli interessi del Porto. Che chiede di «valorizzare» i suoi terreni e i suoi immobili in vista dell’arrivo del tram. Che significa «valorizzare?». Nel Piano operativo triennale messo a punto dal Porto si parla espressamente dell’alienazione della sede del Porto alle Zattere, della trasformazione dei grandi edifici in rampa Tronchetto (ex sede della Compagnia Lavoratori portuali e poi della Capitaneria di Porto) e della sede del Mercato Ittico all’ingrosso. In ballo c’è anche l’uso del tratto di città tra San Basilio e Santa Marta, che da anni il Comune vuole riaprire, abbattendo i muri e le grate divisorie. Oggi tre capannoni sono destinati a Università, il quarto è conteso. Ma soprattutto c’è da decidere del futuro dell’intera area Marittima. Progetti che si intersecano, e andranno in discussione tra breve. Il primo riguarda le alternative alle grandi navi. A un anno dalla tragedia della Costa Concordia, in laguna l’ordinanza del ministro dell’Ambiente che vieta alle grandi navi di avvicinarsi alle aree sensibili e a rischio in laguna non è ancora applicata. Le condizioni di sicurezza qui sono diverse, fatto salvo che navi alte come il campanile di San Giorgio e lunghe 300 metri, oltre le 100 mila tonnellate di stazza, passano più volte al giorno a pochi metri da San Marco. Si aspettano le alternative, e anche qui le idee tra Comune e Porto sono diverse. Nella bozza del Piano, che andrà in discussione al Comitato portuale il 16 gennaio, il presidente del Porto Paolo Costa ha scritto chiaramente che «non esiste alternativa ala Marittima», rilanciando l’idea di scavare un nuovo canale, il Contorta Sant’Angelo, per far entrare le navi più grandi dalla bocca di porto di Malamocco e non più dal Lido. Ieri alla riunione del Comitato portuale dedicata alle osservazioni, il rappresentante del comune di Mira ha rilanciato il progetto di Cesare De Piccoli di attrezzare una banchina «provvisoria» al largo di San Nicolò. Il sindaco Orsoni punta su Marghera. Ma il Porto tira dritto. E il braccio di ferro continua. In palio, da subito, ci sono i preziosi terreni e fabbricati di San Basilio e Marittima.

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